La Confraternita di San Catello, oggi incorporata all’interno dell’Arciconfraternita della Morte, nella quale si trasformò a seguito della sua aggregazione alla Confraternita Morte ed Orazione di Roma avvenuta nel 1586, è, dopo quella dei Battenti di Sant’Antonino, la più antica confraternita sorrentina.
La data di fondazione risale, infatti, al 1380. Inizialmente la Confraternita di San Catello aveva sede in quello che oggi è divenuto il refettorio delle Monache di clausura del convento di Santa Maria delle Grazie. Nel 1568 su invito dell’allora Arcivescovo, Monsignor Giulio Pavesi, la confraternita si trasferì nella Chiesa di San Marco Evangelista, sita in Via Bagnagatte, attuale Via Pietà.
I confratelli svolsero qui le loro opere di culto, tra le quali spiccava il pietoso ufficio di accompagnare i condannati al patibolo, di provvedere alla loro sepoltura, di dare cristiana sepoltura ai naufraghi morti in mare o a coloro i quali fossero morti al di fuori delle mura cittadine.
L’Arciconfraternita della Morte godeva in tal senso di un particolare privilegio, che non mancò di suscitare polemiche ed invidie, quello, cioè, di decidere a proprio piacimento in quale chiesa effettuare la tumulazione dei defunti, rilasciando, altresì, la cosiddetta “fede” di morte.
Nel triennio che va dal 1863 al 1865, il centro storico di Sorrento subì notevoli modificazioni.
E’, infatti, in questo periodo che venne ad essere costruita la “Via Nuova”, l’attuale Corso Italia, rettilineo parallelo alla allora strada principale che era Via San Cesareo. Lo scopo era quello di collegare più agevolmente Sorrento a Massa Lubrense. Ma, come in tutte le storie in cui c’è il progresso di mezzo, l’apertura della nuova strada significò anche lo stravolgimento del volto di Sorrento.
Oltre ai resti del Castello, che sorgeva nella centrale ed omonima Piazza, vennero giù, sventrati, anche palazzi e chiese, tra le quali proprio quella di San Catello, che, dalle descrizioni contenute nei diversi documenti dell’epoca, doveva essere una tra le più belle di Sorrento. La confraternita si trasferì, portando con se arredi e suppellettili, nella Chiesa dei Servi di Maria, che ospitava l’omonima congrega.
Quella di queste due confraternite è una storia che si intreccerà diverse volte nel corso degli anni. Il legame tra i due sodalizi si era creato già nel 1717 quando l’Arciconfraternita della Morte accolse nella propria chiesa i giovani “figliuoli o schiavi di Maria”. Questa ospitalità, un secolo e mezzo dopo sarà ricambiata dai confratelli dei Servi di Maria. Un legame stretto, dunque, tanto è vero che venne deciso che chiunque fosse divenuto confratello della Congrega dei Servi di Maria sarebbe stato automaticamente accettato come confratello dell’Arciconfraternita della Morte.