Tra le varie tradizioni che si radicano in un popolo ve ne sono certamente alcune che lo rendono unico, che tendono a distinguerlo dagli altri. Se ci si domanda quali sono le abitudini che sono segno distintivo per Sorrento ed i sorrentini, non si può far altro che riferirsi alle tradizioni del periodo di Pasqua.
Oltre alle notissime Processioni del Venerdì Santo, Sorrento si caratterizza per tutta una serie di manifestazioni religiose che si sviluppano nell’intero arco della Settimana Santa.
Il primo suggestivo appuntamento è quello della Domenica delle Palme giorno in cui si fa memoria dell’ingresso in Gerusalemme di Gesù salutato dal popolo festante della città Santa, che rendeva onore al Figlio di David, agitando, al suo passaggio, enormi rami di palma.
Qui da noi le palme sono sostituite da ramoscelli d’ulivo che vengono benedetti in una solenne cerimonia che si svolge in tutte le chiese, in particolare nella Cattedrale alla presenza del Vescovo, a cui partecipano centinaia di fedeli.
Tradizionalmente accanto ai semplici rami di ulivo si fanno benedire anche “palme” più particolari come quelle adornate da piccoli formaggi di produzione locale (i “caciocavalli“) o quelle realizzate con confetti. Proprio intorno alla tradizione delle palme di confetti è sorta una antica legenda.
Si narra infatti che, alcuni secoli fa, si ebbe un tentativo di invasione Saracena proprio da queste parti. Avvistato il pericolo i sorrentini si rifugiarono nella chiesa Cattedrale dove tra una prece e l’altra si invocava la grazia di essere risparmiati dal saccheggio.
Sembra che questa grazia sia stata accordata tanto è vero che le navi Saracene naufragarono proprio in prossimità della costa sorrentina. Soltanto una fanciulla, schiava dei saraceni, riuscì a salvarsi e, raggiunta a nuoto la Marina Grande, cercò rifugio in città. Giunse così anche lei in Cattedrale dove fu accolta amorevolmente dai sorrentini e lei, come ringraziamento per il buon trattamento ricevuto, sciolse il sacchetto che aveva al collo e ne depositò il contenuto sull’altare: erano confetti colorati.
Quello, si narra, era proprio il giorno della Domenica delle Palme e, in ricordo di quell’avvenimento, ancora oggi le palme a Sorrento hanno i colori variopinti dei confetti.
I riti religiosi più suggestivi sono però, senz’altro, quelli del Giovedì Santo giorno in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia durante l’Ultima Cena, nella quale, inoltre, Gesù lavò i piedi ai dodici Apostoli. Il ricordo di tale avvenimento si rinnova sia con la cerimonia della “Lavanda dei piedi”, che avviene durante la celebrazione della Messa in Coena Domini, in cui il sacerdote “lava” i piedi di dodici persone che rappresentano gli apostoli, sia con lo sfarzoso apparato dei “Sepolcri” nei quali, in una cornice di ricchi drappeggi, di luci, di piante di grano ed ornamentali si venera il SS. Sacramento.
La mattina del Giovedì Santo in Cattedrale, inoltre, vi è la suggestiva cerimonia della benedizione dell’olio crismale con la partecipazione del Vescovo e di tutto il Clero Diocesano. Dal Giovedì sera, inoltre, le campane resteranno mute, “legate” come si suol dire. In passato in questi giorni si faceva uso della “troccola”, un pezzo di legno a cui erano attaccate due maniglie che, agitate, facevano da richiamo per i fedeli che volevano assistere alle celebrazioni religiose. Oggi la troccola è usata in processione il Venerdì Santo.
Ancora oggi è radicata la pia tradizione, soprattutto per le donne, di fare lo “struscio”, vale a dire la visita dei Sepolcri durante la notte tra il Giovedì Santo ed il Venerdì Santo. Il numero di Sepolcri da visitare deve essere necessariamente dispari.
Dopo la parentesi drammatica delle Processioni degli incappucciati si giunge al Sabato Santo. In Cattedrale i fedeli si raccolgono per la Veglia Solenne, preceduta dall’accensione del fuoco, simbolo della resurrezione, nell’atrio del Vescovado. Domenica di Pasqua è annunciata dal suono sacro e solenne delle campane che, finalmente, possono essere sciolte per suonare in “gloria”.
L’arrivo della Pasqua preannuncia la primavera ed i sorrentini non si lasciano sfuggire l’occasione per una sana scampagnata il giorno del Lunedì dell’Angelo. Si conclude così un periodo intenso e commovente, dai toni insieme dolci e drammatici durante i quali ci si sente partecipi di un Mistero più grande di noi ma che affascina e rende uniti proprio per l’atmosfera di fratellanza che viene a crearsi.